giovedì 30 gennaio 2014

Lasciateci seppellire i nostri morti (Marco Solfanelli)

La mia non è una replica al sig. Grifone, ma è l’espressione di un rammarico: quando muore un partigiano comunista e gli amici ne tessono le lodi, nessuno entra nel merito se queste siano esagerate o meritate; quando muore un fascista e gli amici troppo benevolmente ne tessono le lodi, mettendone in evidenza i pochi pregi vantabili, ecco che i guardiani della costituzione antifascista insorgono a difesa di non so quale lesa maestà.
Io credo che la maturità ormai dai più raggiunta dovrebbe permetterci di guardare alle vicende umane con tanto disincanto e molta misericordia. Ho sempre guardato alla Storia con ironia, so come tanti che essa è sempre stata fatta dai vincitori, e che la memoria dei vinti è spesso negata e vilipesa. Non credo in una ricostruzione storica incontrovertibile che possa tener conto esattamente delle ragioni di tutti e pertanto debbo accontentarmi della vulgata e se non mi piace considerarla con rassegnazione.
Però, tra i tanti esempi di persona “normale” e positiva, quale era mio padre, vorrei citare due episodi che con lui non ho mai chiarito per pudore filiale: a) la stima e amicizia reciproca con il Cav. Guido Di Cosmo, già presidente dell’ANPI di Chieti; b) la pubblicazione di un volumetto di Maria Antonietta Manzi su “La Resistenza nella provincia di Chieti”.
Oggi, al cospetto del feretro di mio padre, vedo un uomo ormai consunto che a 18 anni fece una scelta difficile, che pagò con il carcere, il campo di concentramento e il confino; e per molta parte della sua vita con l’emarginazione.
La mia preoccupazione odierna è cercare di ricordare negli atti della sua vita terrena quei momenti di generosità, altruismo e amore verso il prossimo che agli occhi di Dio possano meritargli un lenimento alle fiamme del Purgatorio.
Per quel che mi riguarda, non sono interessato ad atti di pacificazione e riconciliazione, ognuno di noi pianga i propri morti, non vedo la necessità e l’utilità di infangare il dolore degli altri.

Marco Solfanelli

Nessun commento: