Cari partigiani - plic ploc
Avete dato la vostra vita – stump!
Per proporci un nuovo "modello sociale" – strumpete!
E com'è andata?... Flic
Cos'avete combinato? Sniff
È questo che volevate? Plof.
Come avete gestito la socialità? A – a – a – a – A!
Come volevate si gestisse?? Risse – fisse?
Avete avuto sessant'anni per costruire
La democrazia vera!
Al di là delle parvenze – Lenze!
Quante mistificazioni – mi cojoni?
Ci ha dato la vostra storia…
Vero??
Dolce – dolce boero,
PATAPUNF !!
Edoardo Torricella
sabato 8 febbraio 2014
lunedì 3 febbraio 2014
Escluso dalle liste elettorali (3 febbraio 1947)
MUNICIPIO DI CHIETI
N.291/EL Chieti 3 febbraio 1947
OGGETTO: Liste Elettorali - Comunicazione.
Ill.mo Sig. SOLFANELLI MARINO di Alfonso (sic!)
Frazione Fonte Nuova 537
Ai sensi ed agli effetti dell'art.7 del R.D.28/9/944 N.247 Vi comunico che siete stato escluso dalla lista elettorale di questo Comune perchè non in possesso dei requisiti voluti dalla legge essendo risultato a Vostro carico quanto appresso:
SOSPESO DAL DIRITTO DI VOTO PER ANNI CINQUE - COMMISSIONE PROVINCIALE PER LE SANZIONI CONTRO IL FASCISMO.
Vi porto inoltre a conoscenza che contro tale provvedimento potete avanzare entro il termine di giorni dieci dalla pubblicazione della lista elettorale, reclamo alla Commissione Elettorale di Chieti.
IL SINDACO
RELATA DI NOTIFICA
IL MESSO COMUNALE
Nota: Il padre di Marino Solfanelli era Alfredo Solfanelli, nella concitazione di quegli anni post-bellici...
domenica 2 febbraio 2014
IN RICORDO DI UN MAESTRO (di Tonia Orlando)
Ho sempre avuto grande rispetto per
Marino Solfanelli e volendone parlare dopo la sua scomparsa, non mi
andava di esprimere i soliti pensieri retorici che in genere si
scrivono spinti dall'enfasi della circostanza.
A Marino Solfanelli non si poteva che
volere bene ed è questa la prima considerazione che mi assale e che
certamente sarà alla base di questo mio scritto.
Marino Solfanelli era, per quanti
avevano avuto il privilegio di incrociarLo nel corso della vita, un
maestro, una guida. Era capace di condividere tutto, con tutti.
Aveva uno sguardo profondo ed ironico
con il quale accarezzava persone, vicende, situazioni, che gli
permetteva di assolvere e capire tutto il mondo con un sorriso
bonario, consapevole dei limiti del mondo stesso.
Amava i libri. Questi erano per Lui
creature vive, con un cuore, un'anima ed ali grandi per volare; una
volta nati, li seguiva come fossero figli, in un percorso di
divulgazione, affermazione, crescita.
Si rammaricava del fatto che nella
nostra epoca si leggesse sempre meno, che i libri non avessero più
quel valore simbolico di un passato non così remoto, che non fossero
più sacri compagni di viaggio, scrigni preziosi di parole e pensieri
capaci di formare le nuove generazioni, farle sognare, aprire ad un
mondo di civiltà e conoscenze.
Alcuni anni fa aveva subito un furto
nelle sedi della sua amata editoria, gli avevano portato via tutto,
ma non avevano toccato un solo libro, e gli uffici erano pieni di
quelle care creature che i ladri, peraltro ignoranti, non avevano
minimamente considerato, convinti che questi valessero “nulla”.
Si angosciava per la inquietante
vicenda, era stata la prova di quanto stessimo tutti scivolando verso
una deriva culturale, sociale, esistenziale, verso una nuova barbarie
inesorabilmente percepita ma volutamente ignorata.
Ci univa l'amicizia per Giacinto
Auriti.
Facevamo lunghe conversazioni
telefoniche nelle quali si mettevano a crudo considerazioni, giudizi,
amarezze, che Lo portavano a ricordare gli anni passati nei quali
aveva sposato le tesi auritiane e non le aveva più abbandonate,
convinto che queste andassero portate avanti con la stessa
signorilità e determinazione dell'amico Professore.
Lo avevo incontrato le ultime volte a
Lanciano, il nove marzo dello scorso anno, in occasione di un
imponente Convegno che avevamo organizzato sempre dedicato al
Professore e, successivamente, a Contrada Brecciaro di Sant'Eusanio
del Sangro, in Provincia di Chieti, in occasione della giornata
auritiana contro l'usura.
E così, in una bella e tiepida
giornata di quel tredici maggio, in prossimità della Chiesetta che
il Professore aveva voluto, con amore di figlio, dedicare a Maria
Santissima di Fatima (si legga a riguardo quanto pubblicato sulla
NewsLetter di AbruzzoPress, in data 13 agosto 2013, dal titolo “La
piccola Chiesa di Giacinto Auriti” di Tonia Orlando) ci eravamo
ritrovati ancora una volta.
Era stato un pomeriggio sereno, vissuto
con la comunità del borgo ed i cari amici comuni come Padre Quirino
Salomone, l'avvocato Quinzio, l'avvocato Pimpini e tanti altri
pervenuti per l'occasione.
Insieme avremmo partecipato alla Santa
Messa e più tardi condiviso la intensa processione che le persone
del luogo ogni anno dedicano alla Madonna.
In quella circostanza, percepivo in
tutti noi il piacere di esserci nella condivisione di una amicizia
sostenuta da idee “buone”.
Marino Solfanelli ci mancherà e con
Lui ci mancheranno i suoi scritti, le sue pubblicazioni, la sua
attenta ed efficace comunicazione, il suo appoggio, la sua paterna
complicità.
Tonia Orlando
sabato 1 febbraio 2014
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