domenica 2 febbraio 2014

IN RICORDO DI UN MAESTRO (di Tonia Orlando)

Ho sempre avuto grande rispetto per Marino Solfanelli e volendone parlare dopo la sua scomparsa, non mi andava di esprimere i soliti pensieri retorici che in genere si scrivono spinti dall'enfasi della circostanza.
A Marino Solfanelli non si poteva che volere bene ed è questa la prima considerazione che mi assale e che certamente sarà alla base di questo mio scritto.
Marino Solfanelli era, per quanti avevano avuto il privilegio di incrociarLo nel corso della vita, un maestro, una guida. Era capace di condividere tutto, con tutti.
Aveva uno sguardo profondo ed ironico con il quale accarezzava persone, vicende, situazioni, che gli permetteva di assolvere e capire tutto il mondo con un sorriso bonario, consapevole dei limiti del mondo stesso.
Amava i libri. Questi erano per Lui creature vive, con un cuore, un'anima ed ali grandi per volare; una volta nati, li seguiva come fossero figli, in un percorso di divulgazione, affermazione, crescita.
Si rammaricava del fatto che nella nostra epoca si leggesse sempre meno, che i libri non avessero più quel valore simbolico di un passato non così remoto, che non fossero più sacri compagni di viaggio, scrigni preziosi di parole e pensieri capaci di formare le nuove generazioni, farle sognare, aprire ad un mondo di civiltà e conoscenze.
Alcuni anni fa aveva subito un furto nelle sedi della sua amata editoria, gli avevano portato via tutto, ma non avevano toccato un solo libro, e gli uffici erano pieni di quelle care creature che i ladri, peraltro ignoranti, non avevano minimamente considerato, convinti che questi valessero “nulla”.
Si angosciava per la inquietante vicenda, era stata la prova di quanto stessimo tutti scivolando verso una deriva culturale, sociale, esistenziale, verso una nuova barbarie inesorabilmente percepita ma volutamente ignorata.
Ci univa l'amicizia per Giacinto Auriti.
Facevamo lunghe conversazioni telefoniche nelle quali si mettevano a crudo considerazioni, giudizi, amarezze, che Lo portavano a ricordare gli anni passati nei quali aveva sposato le tesi auritiane e non le aveva più abbandonate, convinto che queste andassero portate avanti con la stessa signorilità e determinazione dell'amico Professore.
Lo avevo incontrato le ultime volte a Lanciano, il nove marzo dello scorso anno, in occasione di un imponente Convegno che avevamo organizzato sempre dedicato al Professore e, successivamente, a Contrada Brecciaro di Sant'Eusanio del Sangro, in Provincia di Chieti, in occasione della giornata auritiana contro l'usura.
E così, in una bella e tiepida giornata di quel tredici maggio, in prossimità della Chiesetta che il Professore aveva voluto, con amore di figlio, dedicare a Maria Santissima di Fatima (si legga a riguardo quanto pubblicato sulla NewsLetter di AbruzzoPress, in data 13 agosto 2013, dal titolo “La piccola Chiesa di Giacinto Auriti” di Tonia Orlando) ci eravamo ritrovati ancora una volta.
Era stato un pomeriggio sereno, vissuto con la comunità del borgo ed i cari amici comuni come Padre Quirino Salomone, l'avvocato Quinzio, l'avvocato Pimpini e tanti altri pervenuti per l'occasione.
Insieme avremmo partecipato alla Santa Messa e più tardi condiviso la intensa processione che le persone del luogo ogni anno dedicano alla Madonna.
In quella circostanza, percepivo in tutti noi il piacere di esserci nella condivisione di una amicizia sostenuta da idee “buone”.
Marino Solfanelli ci mancherà e con Lui ci mancheranno i suoi scritti, le sue pubblicazioni, la sua attenta ed efficace comunicazione, il suo appoggio, la sua paterna complicità.


Tonia Orlando

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